Nel 1947 nasce quella che sarà la prima area di sosta e ristoro autostradale in Italia: lo spaccio Pavesi, dove chi viaggia può mangiare e bere al banco, accomodarsi ai tavolini e acquistare ottimi biscotti confezionati in piccole porzioni, altra novità, poiché all’epoca i biscotti venivano venduti sfusi o in scatole di latta.
Questo progetto fa incontrare due grandi personalità: Mario Pavesi, imprenditore intuitivo e brillante e Angelo Bianchetti, giovane architetto noto per l’esperienza nel campo degli spazi espositivi e delle «architetture pubblicitarie». Il sodalizio è un successo. Ispirati dalle grill room presenti in gran numero sul territorio americano, i due geni della comunicazione creano, lungo l’autostrada Milano-Torino, all’altezza di Novara un luogo di riposo dedicato a tutti gli automobilisti che, ben felici della trovata, accorrono in massa in questo chiosco-ristorante dall’aspetto insolito.
La proficua collaborazione tra Pavesi e Bianchetti continua negli anni e li vede di nuovo protagonisti di un ambizioso progetto: la costruzione della primo punto di ristoro autostradale a ponte. Si trova a Fiorenzuola d’Arda e si ispira ad un’idea traghettata dagli Stati Uniti dove l’architetto aveva notato queste imponenti strutture a ponte, da lui rinominate “transatlantico”. Questo prototipo, grazie alla razionalizzazione del processo produttivo, venne realizzato in appena quattro mesi, valendo a Bianchetti la medaglia d’oro del 9° Premio Nazionale della Pubblicità, e gettò le basi per la costruzione del Ponte a Novara nel 1962, il ristorante ponte, all’epoca, più grande del mondo. La struttura misurava ben 90 metri di lunghezza, 16 di larghezza per un’altezza di 18 metri. di Poteva servire 1200 pasti l’ora, calcolando una durata media di 20 minuti per pasto. Viene approfondito dettagliatamente lo studio sull’illuminazione interna al fine di creare un’atmosfera distensiva e riposante, il luogo perfetto per una pausa dopo ore alla guida.
Gli anni settanta vedono un cambio radicale nei costumi degli italiani. Nella quotidianità si affermano i supermercati, un sogno suddiviso per scaffali in cui acquistare tutto ciò che si desidera. La vita diventa veloce, anche a tavola, con l’avvento dei fast food e le pietanze perdono le loro connotazioni territoriali: il cibo è cibo del mondo. Le soste nelle aree di ristoro sono mordi e fuggi e l’idea, paventata nel 1977, di creare a Novara un piano motel, non trova seguito. Nello stesso anno nasce il gruppo Autogrill S.p.A. in cui confluiscono i marchi di Alemagna, Motta e gli autogrill Pavesi.
Nel 1984 un devastante incendio colpisce la stazione di servizio che viene rapidamente ripristinata e rinnovata. Il traffico aumenta in maniera esponenziale ma, al contrario di quanto previsto, l’esperienza nelle stazioni di servizio si abbrevia. Per attrarre nuovi consumatori, negli anni ’90, nascono La terrazza, ristorante con servizio al tavolo e il Freeflow, self service. Nel 1995 la famiglia Benetton diventa azionista di maggioranza di Autogrill S.p.A. e dà il via all’espansione verso l’estero. Dieci anni dopo, nel 2006, un nuovo guanto di sfida viene lanciato all’area di ristoro novarese: è la linea ad alta velocità (TAV) a insidiarla poiché nella sua costruzione coinvolge i due grandi parcheggi antistanti che subiscono alcune modiche lasciando, dopo intense trattative, completamente intatta la struttura storica del ponte.
Il 2017 rappresenta un grande punto di svolta per il luogo architettonico chiamato Ponte di Novara: viene rilevato da Chef Express che ha proposto un progetto dal forte impatto visivo ma non ambientale. Il nuovo architetto, che raccoglie la preziosa l’eredità di Bianchetti, è Massimo Iosa Ghini, scelto per ri-conferire a questo luogo l’importanza che merita nella mente dei viaggiatori e nel territorio italiano e per accompagnarlo nel futuro senza stravolgere il suo valore storico. Oggi il traffico è cambiato e sono cambiati anche i motivi della sosta in autostrada: se prima per la maggior parte dei clienti fermarsi era una scelta obbligata, una sosta tecnica per fare carburante o per obbedire alle necessità fisiologiche, adesso la dimensione della scelta, della preferenza, sta diventando preponderante. Per questo Chef Express vuole diventare il punto di riferimento per chi percorre la Milano-Torino realizzando un’area di ristoro che, nel fiume autostradale, diventa isola di quiete, di relax e di buon mangiare.